Il cibo nel tempo della crisi
25.04.2014

Diceva il filosofo: l’uomo è quello che mangia. Vergognosa considerazione e vergognosissimo giudizio: l’uomo è ormai ciò che sogna di aver mangiato o ricorda di aver mangiato o desiderebbe mangiare.
Nel corso dei millenni, l’uomo che fu cacciatore e quindi carnivoro, contadino e quindi onnivoro, urbanizzato e quindi precotto, ha mutato infinitamente il modo di mangiare. Però ne parla. Più si mangia male, più vengono pubblicati libri, enciclopedie, dispense, trattati, memoriali su “come mangiare” e sul “come si mangiò”, sul come ricostruirsi cuochi in cucina con tanto di ricette.
Oggi l’uomo occidentale mangia quel che può, in ogni caso troppo! In aereo, in treno, nei viaggi “tutto compreso” (anche la gastrite è compresa).
Mangiare sobrio, mangiare italiano, mangiare poco e bene sono argomenti utopistici. Mentre gli americani rispolverano la Dieta Mediterranea, noi italiani scopriamo il gusto di ingozzarci con un’alimentazione ricca di grassi, che non costituisce tanto il peccato di “Gola”, bensì il metro di dismisura e di ricchezza, di spreco e di nullismo.
Il cibo fu sacro e oggi non lo è più, troppo a portata di mano, troppo da godere, troppo da gettare, troppo in tutto. Le madri fanno mangiare i bambini all’infinito, ingozzandoli come oche, gli adulti non si risparmiano.
Nei ristoranti, i cibi esotici spiazzano le nostre modeste vivande, nate da una cucina povera e proprio per questo astuta, completa, unica. Per far festa vogliamo champagne e ostriche. Dimentichiamo che solamente lo stare insiee a tavola è un rito, raduna la gente, le famiglie, e tutto questo risulta sempre più raro di questi tempi. La gente inghiotte frettolosamente, guarda il telegiornale, risponde al telefono, mugugna e divora, divora e mugugna. Ristabilire il rito, con le sue cadenza e le sue devozioni e antiche abitudini è un obiettivo che appare quasi come un oasi nel deserto.
Noi buonngustai del terzo millennio amiamo il cibo pulito, nostrano, senza alterazioni e senza infingimenti. L’uomo – da sempre – ricorda i cibi dell’infanzia perchè è nato e cresciuto con loro. E durante l’infanzia, chi mai ha mangiato caviale?