29.06.2011
La Ricetta ApulianClub
Un chilo di cozze
un etto di pane grattugiato
50 g di formaggio pecorino grattugiato
3 spicchi d’aglio
un bicchiere di vino bianco
un mazzetto di prezzemolo
sale e pepe q.b.
Come preparare la ricetta
Fare aprire le cozze mettendole in una padella sul fuoco con un po’ d’olio. Una volta aperte privarle di una valva mantenendo il frutto nell’altra. Mescolare pane grattugiato, formaggio e aglio triturato, regolare di sale e pepe e bagnare con vino bianco. Con l’impasto ricoprire ogni cozza, quindi disporre tutte le cozze preparate in una teglia da forno in maniera da non sovrapporle. Irrorare con un filo d’olio e cuocere finchè l’impasto sarà evidentemente croccante.
-ILARIA: mi piacerebbe sapere qualcosa in più sulla soia
-NUTRIZIONISTA: Cara Ilaria, la SOIA è una leguminosa la cui coltivazione in Italia e nel resto dell’Europa si è diffusa solo recentemente ed è per lo più destinata all’alimentazione del bestiame. Cinesi, Giapponesi ed Indonesiani invece, la coltivano da millenni e ne sfruttano al meglio le numerose proprietà.
In ambito nutrizionale si contraddistingue per il contenuto di proteine che contemplano tutti gli aminoacidi essenziali in proporzione maggiore a quella rilevata in altri alimenti. Inoltre è ricca di sali minerali, lecitine ed acido linoleico (acido grasso essenziale appartenente alla serie omega 6 di cui è noto il ruolo nella prevenzione e trattamento di numerose malattie); questi due elementi hanno un impatto positivo sull’eccesso di colesterolo e lipidi nel sangue.
La soia è cosi un alimento prezioso per il nostro benessere: protegge le cellule, è nutriente, energetica e ipoglicemica. L’esistenza di una correlazione tra il consumo della soia e la ridotta incidenza di patologie e disturbi è stata negli anni confermata da studi epidemiologici condotti su popolazioni asiatiche che hanno messo in luce una minore incidenza di alcune forme tumorali come il cancro alla mammella, al colon e alla prostata. Inoltre si osservava che le donne orientali avevano una menopausa più serena rispetto alle donne occidentali, con un rischio minore di osteoporosi e malattie cardiovascolari: il consumo della soia, grazie alla presenza di fitoestrogeni, con la loro azione estrogeno-simile ed isoflavoni, aiutano infatti a contrastare i numerosi disturbi della menopausa come le vampate, le palpitazioni, i disturbi dell’umore.
Diversi sono i derivati della soia, dalla famosa salsa, molto ricca in glutammato e sale, al latte utile nel caso di intolleranza la lattosio, le bistecche, le farine, il tofu, l’olio…Sono dell’idea che per sfruttare al massimo le proprietà della soia, che apparentemente è distante dalla nostra tradizione mediterranea, l’ideale sia consumarla in purezza facendola ruotare nell’arco della settimana quale sostituto delle nostre tradizionali leguminose quali fagioli, fave, ceci, lenticchie, piselli. Ricordo per completare che 100 g di soia contengono circa 390 kCal.
Dott.ssa Sara Fiume
Commenta ed unisciti alla discussione>>21.06.2011
Storie di Gusto
Sabato pomeriggio sono andata dal fruttivendolo di fiducia per comperare i pomodori “ciligina”, ma li aveva già terminati. Mi ha proposto come alternativa i pomodori “pachino” che io non li avevo mai assaggiati prima. Devo ammettere che hanno un gusto strepitoso perfetti nell’insalata, ma anche senza alcun condimento e poi ho scoperto che il contenuto di licopene (sostanza che riduce fortemente la possibilità di ammalarsi di tumore) nel pomodoro di Pachino è il più alto in assoluto rispetto ad altri tipi di pomodoro italiano, quindi adulti e bambini facciamo un consumo regolare di questo squisito prodotto.
Vale
Commenta ed unisciti alla discussione>>21.06.2011
Sui banchi del mercato la regina è l’albicocca, vellutata, dolce e saporita che con le sue qualità benefiche, coccola le nostre giornate estive.
L’albicocca è frutto leggero e poco calorico, che oltre ai carotenoidi (che gli donano il suo colore arancione e favoriscono la nostra abbronzatura), è particolarmente ricca in vitamine e minerali: eccellente fonte di potassio e di ferro indispensabile ai globuli rossi, e di vitamina B, C e soprattutto A. Le sue fibre sono ricche di pectina, utile per abbassare il tasso di colesterolo.
15.06.2011
La ricetta di Valentina
Una ricetta estiva da poter gustare anche all’aperto non solo in casa e perché no direttamente in spiaggia…è la tradizionale insalata di riso che può avere varianti in ogni Regione e famiglia a seconda dei gusti personali…
Vediamo cosa occorre ipotizzando una ricetta per 4 persone:
gr. 300 di riso (oggi in commercio esistono numerosi tipi di riso solitamente meglio acquistare un riso arborio che non scuoce); gr. 100 di funghetti e carciofini sottolio (io preferisco le conserve fatte in casa); gr. 100 di prosciutto cotto in un’unica fetta; gr 100 di Formaggio Emmental; n. 2 scatolette tonno al naturale; gr. 30 di capperi sotto sale; gr 100 di mais; gr. 100 di pomodorini ciliegina; olive nere; q.b di olio extravergine d’oliva ed un pizzico di sale
Molto semplice da preparare: bollite il riso in abbondante acqua salata e mentre si raffredda iniziate a tagliuzzare tutti gli ingredienti, quindi aggiungete il mais ed i capperi. Unite il tutto al riso, mescolate e per finire aggiungete l’olio extravergine d’oliva (rigorosamente pugliese!!!!)
Ora non mi rimane che dirvi buon appetito.
Valentina
Commenta ed unisciti alla discussione>>Ottima e facile da preparare, nonchè semplice da servire specie quando si trascorre una giornata al mare. Questa ricetta è attenta alla linea, di solito ci metto gli immancabili wurstel ed una noce di maionese. Buona Giornata.. GIU
10.06.2011
La Valle d’Itria, bella per i suoi paesaggi unici, contraddistinti da muretti a secco, ulivi secolari e bellissimi trulli, è meta anche per i buongustai che hanno individuato in quest’angolo di Puglia racchiuso tra le province di Bari, Taranto e Brindisi un giacimento enogastronomico che racchiude tutti i sapori e profumi del territorio, il capocollo di Martina Franca.
Percorrendo le stradine di campagna è facile imbattersi in allevamenti di asini che oggi, superato il pericolo estinzione degli anni ’80, attraverso una maggiore attenzione e valorizzazione della razza di Martina Franca, arricchiscono con la loro presenza i boschi e le masserie dell’agro.
L’asino di Martina Franca è un’animale robusto e resistente, che in passato è stato protagonista di trasporti altrimenti impossibili.
Alcune fonti storiche ci descrivono l’utilizzo del latte d’asina utilizzato come reidratante ed igienizzante per la pelle delle donne greche e romane, in primis Poppea, moglie di Nerone.
Oggi come ieri si moltiplicano anche in Puglia le S.P.A in cui vengono utilizzate le proprietà del latte d’asina di Martina utile per allontanare lo stress e tonificare il corpo.
Commenta ed unisciti alla discussione>>4.06.2011
Qualcuno nel napoletano soleva chiamarle “Pizzarie”, erano gli antichi luoghi in cui si sfornavano le pizze, oggi conosciuti col nome di pizzerie ed ormai icona della ristorazione italiana nel mondo.
La pizzeria possiamo considerarla sin dalle sue origini, un locale trasversale, frequentato da ricchi, straricchi e poveracci; prima della loro nascita, era nel mercato, tra frutta, verdura e vino che venditori e compratori, faccendieri e nullafacenti percepivano gli odori della pizza ambulante preparata in questa sorta di babilonia. Antenati della pizza erano le antiche schiacciate di pane e focacce, successivamente si andavano via via specializzando anche i pizzaioli. Negli anni ’50 a Napoli era frequente trovare la pizza appesa al chiodo, era questo un modo utilizzato dal maestro pizzaiolo; si prendeva la pizza fatta male e la si metteva alla berlina di tutti in modo che i clienti potessero deridere l’imbranato apprendista pizzaiolo che aveva fatto quel pastrocchio. Per i più recidivi, o per coloro a cui capitava di bruciare una pizza scattava la retrocessione al ruolo di lavapiatti. Ma nella Napoli di oggi, a Piazza Mercato, nulla si vende se non si offre, i venditori di pizza lo sanno molto bene e si prodigano in questo. Come attori in un teatro, li vedi da lontano muovere le braccia e poi, con le mani alla bocca a simulare l’altoparlante, lanciano a gran voce il loro grido: “L’aggio cotte a o’Vesuvio chesti pizze, pe ve fa passà ‘e verrrizze”.
Chi l’avrebbe detto che la pizza, cibo umile destinato ai più poveri, nato per strada, sarebbe diventata protagonista sulle tavole di mezzo mondo?
Commenta ed unisciti alla discussione>>E' bello leggere certe notizie, secondo alcune fonti più o meno confermate, si racconta che al Re Ferdinando I piaceva recarsi di nascosto a farsi na' pizza, il cibo che tanto piaceva ai suoi sudditi. Comunque tanto si potrebbe dire sulle pizzerie e sulla pizza made in Italy nel mondo..
mamma che buone appena vengo in puglia sarà il primo piatto che degusterò!