Apulian Club – Associazione Buongustai

logo

Archive for maggio, 2012

Condividi su Facebook

Ricetta a  cura del M° Angelo Sabatelli (Ristorante Masseria Spina)


Ingredienti

1 kg Farina 0,  150 gr  Patata bollita e setacciata, 75 gr Lievito di birra, 30 gr Olio extra vergine di oliva,  25 gr Sale fino, 500 gr Acqua

Caciocavallo – Caprino – Pomodorini – Pomodori secchi ecc.

Procedimento

Mettere tutti gli ingredienti (tranne il sale) in una bacinella e impastare bene, quando il tutto e ben amalgamato aggiungere il sale e impastare per altri 5 minuti.

Mettere in una bacinella e far fare una prima lievitazione per circa 30/45 minuti in un posto caldo e coperto da un foglio di plastica.

Tagliare il formaggio a cubetti, i pomodorini interi ecc.

Prendere l’impasto e tagliarlo secondo pezzatura desiderata formare delle palline e  farcirle con l’ingrediente prescelto, dare la forma, sistemare in teglia e far lievitare per 30/40 minuti.

Infornare a 210 *c per circa 10 minuti, poi proseguire la cottura a 180 per altri 8 minuti.

Commenta ed unisciti alla discussione>>

    Non troppo faticosa, entusiasmante ed originale, la Cibo-Passeggiata dello scorso sabato, che ha ottenuto il Patrocinio dell’Assessorato alle Attività Marinare del Comune di Monopoli.

    Che l’Associazione Buongustai Apulianclub organizzasse tour enogastronomici era cosa ormai nota da tempo in tutta la città, ma questa volta è stato scomodato il modello “city” appena acquistato o la mountain bike che non si usava da tempo. Una ventina i partecipanti in sella, per lo più giovani, nel percorso che li ha condotti dalle contrade al mare. Dopo una dolce colazione presso il Bar Veneto per fare il pieno di energie, la prima tappa è stata presso il Giardino Orto Botanico Lama degli Ulivi con una visita guidata accurata ed interessantissima su specie vegetali più o meno note della Macchia Mediterranea e del resto del mondo, la Cripta Rupestre dedicata a Santa Cecilia ed il frantoio ipogeo.

    Nell’aria il profumo della campagna, nei volti la spensieratezza di una passeggiata in bicicletta. Per la seconda tappa, il gruppo è stato accolto presso la Masseria Manfredi, a conduzione familiare, per scoprire le differenze fra i vari tipi di olio, dal vergine all’extravergine, i processi della loro produzione esclusivamente tradizionale, e per degustare fragranti friselline “dorate” di olio nuovo. Prima di tornare nel cuore del centro storico, una sosta presso la Cripta Rupestre dello Spirito Santo, ad ascoltare ed osservare storie e segni di croci e crociate.

    L’appetito, esaltato dalle energie spese nel percorso, ha condotto poi i cibociclisti direttamente alla tappa più ambita. Al Ristorantino Il Guazzetto, l’ora era quella giusta per gustare la tiella di riso patate e cozze, frittura di paranza e dell’ottimo prosecco, generosamente offerto dall’Enoteca Lo Sfizio Divino.

    Una esperienza piacevole e divertente che ci si augura di ripetere negli anni con altri interessanti itinerari alla scoperta delle bellezze che ci circondano.

    Condividi su Facebook

    Primizie di stagione a km zero, orti sul balcone, prodotti biologici e biodinamici, ingredienti poco raffinati e riduzione degli imballaggi sono queste le parole d’ordine quando parliamo di eco cucina.

    A partire dagli anni ’50 in Italia abbiamo cominciato ad alimentarci in maniera sempre più industriale e nell’era della globalizzazione e del benessere economico le grandi multinazionali hanno fatto e fanno tuttora affari d’oro standardizzando l’offerta da sottoporre ai consumatori. Gli anni ’80 e ’90, in particolar modo, sono trascorsi nell’ottica del marketing e della pubblicità in cui tutto poteva essere acquistato, consumato e scartato senza preoccuparci troppo di inquinamento e salvaguardia delle tipicità locali.

    Oggigiorno la crisi economica sembra portarci indietro di chissà quanti anni, eppure sarebbero bastate poche accortezze, anche piccoli risparmi quotidiani per evitare di perdere abitudini alimentari che i nostri nonni ci hanno sempre ricordato nei loro racconti.

    La buccia della frutta contiene più sostanze di difesa della polpa, soprattutto polifenoli e carotenoidi (preziosi antiossidanti per l’uomo), così come la parte esterna dell’anguria e della zucca gialla, gli scarti dei carciofi e del pesce potrebbero essere recuperati nell’ottica di una cucina ecologica che ha alla base un vecchio detto contadino “del maiale non si butta via nulla”.

    Pappardelle con scorza di zucca gialla, insalata di bucce di carote e per dessert mousse di scarti di mele e pere. Proprio così, i protagonisti ai fornelli nell’ecocucina sono gli scarti di bucce di arance, kiwi, carote e patate, baccelli di fagioli, gambi di cavolo, radici di porri e di cipollotti.

    Entrare in quest’ottica, ci porterebbe a riflettere, quando prepariamo il minestrone, quanto “ben di dio” finisce nella pattumiera: bucce, foglie esterne, gambi e torsoli e  baccelli dei piselli.

    E’ bene ricordare quanto sia importante lavare bene ciò che acquistiamo. E’ altrettanto importante rispettare, così come dettato dalla normativa vigente, gli intervalli di sospensione dei pesticidi, prima che frutta e verdura arrivino sulle nostre tavole.

    Tornando all’ecocucina sarebbe auspicabile, per trattare le parti più fibrose e più dure  utilizzare una centrifuga, per la cottura, meglio la pentola a pressione, e perché non sfruttare una cottura a vapore ottenuta dalla lavastoviglie in funzione? Per ritornare al senso dell’eco cucina e quindi anche  al risparmio energetico un’idea interessante sarebbe utilizzare la nostra lavastoviglie contemporaneamente al lavaggio delle stoviglie alla cottura a vapore di sughi conservati in contenitori a chiusura ermetica. Con un pizzico di diffidenza cominciamo già dal prossimo lavaggio a cuocere il sugo per le nostre orecchiette,  cibi squisiti a basso costo in tempi di crisi economica.

    Commenta ed unisciti alla discussione>>