Apulian Club – Associazione Buongustai

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Archive for gennaio, 2011

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Il Carnevale è un’antichissima festa celebrata nei paesi di tradizione cristiana che vede protagoniste parate di carri allegorici e mascheramenti. Tra i più famosi in Italia ricordiamo il carnevale di Putignano che è anche il più lungo, il carnevale di Cento ed il carnevale di Viareggio. Questa festa si accompagna anche ad una tradizione dolciaria che varia da nord a sud.

Il Carnevale di Cento

Il Carnevale di Cento è un carnevale storico, che risale ad un affresco del 1615 del pittore centese Gian Francesco Barbieri chiamato “Il Guercino”, raffigurante “il Berlingaccio”, una maschera locale, in una festa nel palazzo comunale offerta alla città il giorno del giovedì grasso dal Magistrato cittadino, con abbondanza di prodotti dolciari e rinfreschi.

Caratteristica peculiare e curiosa del carnevale di Cento è il lancio dai carri in parata sul pubblico, come da antica tradizione, di oggetti e gadget molto ambiti da grandi e piccini. Tipico dolce della zona sono le castagnole:

250 grammi di farina

25 grammi di zucchero

75 grammi di burro morbido

2 uova

2 patate lesse

1 lievito

1 pizzico di sale

liquore secco a piacere

buccia di limone grattuggiata

Mettere in una terrina tutti gli ingredienti ed impastare sino ad ottenre un impasto morbido, quindi formare con le mani delle palline e friggerle nell’olio bollente sino a raggiungere la giusta colorazione.

Il Carnevale di Viareggio

La sfilata di carri a Viareggio è una tradizione che risale al 1873, quando alcuni ricchi borghesi decisero di mascherarsi per protestare contro le tasse da qui nasce l’idea di una parata di carrozze con carattere di sbeffeggio, in linea con la millenaria tradizione carnascialesca per mettere a nudo ed esorcizzare i problemi della società. Nel 2001 è stata inaugurata la cittadella del Carnevale, la fabbrica dei sogni di cartapesta, un complesso polifunzionale che ospita i moderni laboratori per la costruzione dei carri, la scuola della cartapesta ed il museo del Carnevale. Anche qui la festa si accompagna ad una tradizione dolciaria, le cosidette sfrappole o chiacchiere:

500 grammi di farina

40 grammi di burro

30 grammi di zucchero

2 tuorli

Se necessario aggiungere vino bianco

Amalgamare tutti gli ingredienti sino ad ottenere un composto non troppo duro (in tal caso aggiungete un pò di vino bianco) e stendere l’impasto formando delle striscioline molto sottili. Friggerle poi in olio bollente, a cottura ultimata cospargele sfrappole di zucchero a velo.

Il Carnevale di Putignano

Le radici del Carnevale di Putignano sono antichissime risalenti al medioevo. E’ definito un evento storico che unisce cultura e meditterraneo. Tutta la città s’impegna a contribuire alla realizzazione della manifestazione che vede ogni anno la presenza di numerossisimi visitatori e la ripresa delle tv non solo locali. Ricordiamo i famosi Riti che accompagnano la festa del Cernevale più lungo d’Italia che comincia proprio il  26 dicembre, giorno della festa di Santo Stefano con la Propaggini, per continuare nell’anno successivo con “La Festa dell’Orso” ed il “Funerale di Carnevale”. Anche la Puglia unisce alla festa diverse varietà di dolciumi. Ecco come si preparano le zeppole:

Per la pasta:

250 grammi acqua

125 grammi di burro

150 grammi di farina

4 uova

1 pizzico di sale

Far bollire acqua e burro separatamente unire i due ingredienti un una terrina e versare la farina. Togliere dal fuoco, mescolare il composto per due minuti e riposizionare sul fuoco mescolando, sino a quando l’impasto si stacca perfettamente dalla pentola. Far raffreddare e aggungere un uovo alla volta, amalgamando il tutto. Trasferire l’impasto un una sac a poche e creare dei cerchi su di una teglia da forno. Mettere nel forno preriscaldato a 180° per 10/15 minuti circa.

Per la crema pasticcera:

1/2 litro di latte

3 tuorli d’uovo

55 grammi di farina

90 grammi di zucchero

scorza di limone

Far bollire il latte con la scorza di limone, intanto sbattere i tuorli con lo zucchero in una pentola antiaderente, unire la farina. Per finire versare poco per volta il latte e mettere sul fuoco continuando a mescolare sino ad abollizione. Quando la crema è fredda versarla in una sac a poche per realizzare dei cerchi sulle zeppole, per finire decorare con le amarene.

a cura di Valentina M.

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  1. Desy Nacci scrive:

    Le zeppole pugliesi sono tipiche in particolar modo in occasione della festa di S. Giuseppe. Per chi non le gradisce fritte, possono essere cotte nel forno..io le preferisco!

Sapete qual è il caffè più raro del mondo?

Il caffè più prezioso e più caro del mondo, oggi lo si trova in commercio ad un prezzo di oltre 500 euro al chilogrammo. Il suo elevato costo è dovuto ad un procedimento naturale che purtroppo ne permette una produzione in quantità limitate.

Originario dalle isole indonesiane, venne scoperto dai giapponesi che ne divennero grandi consumatori; in seguito la sua fama si è diffusa dall’America all’Europa.

Prima di tutto va detto che la sua particolarità deriva da un procedimento di torrefazione molto singolare: tra le piantagioni di caffè vengono colti i chicchi, consumati, digeriti ed espulsi da un piccolo marsupiale appartenente alla famiglia degli zibetti. In lingua locale viene chiamato luwak, e si ciba solamente dei frutti della pianta del caffè più dolci e maturi. I succhi gastrici che ne favoriscono la digestione creano un processo di fermentazione assolutamente unico che regala un gusto diverso ed originale.

Volendo passare all’analisi sensoriale di questo prodotto tanto originale quanto costoso, potremmo dire che nella tazzina il gusto risulta corposo e liquoroso, con sapore di erbe aromatiche e confettura di arance amare. Il retrogusto, denso e molto persistente, possiede un’insolita essenza di rabarbaro. Per gustare questa delicata prelibatezza basta recarsi in uno dei tanti Lino’s Coffee presenti nella nostra penisola.

Roberto P.

Nutrizione&Salute

23.01.2011

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LA FRUTTA: prima, dopo o durante i pasti?

Le nostre consuetudini alimentari prevedono che un buon pasto non possa completarsi senza un buon frutto. Il galateo prevede che addirittura questo sia l’ultimo alimento dopo il dessert col fine di rinfrescare la bocca. I nutrizionisti poi consigliano che il consumo avvenga lontano dai pasti, da sola. Ma perché?

C’è da sapere che a differenza di amidi e proteine, la cui digestione avviene grazie ad enzimi localizzati nella parte più alta dell’intestino, la frutta viene digerita da enzimi che normalmente sono localizzati nella parte più bassa. Quando a fine di un pasto completo ci concediamo un frutto, amidi e proteine del primo piatto e  del secondo, fungeranno da tappo, impedendo il transito della frutta nella parte più bassa dell’intestino; seguirà la fermentazione degli zuccheri in essa contenuti con sintomi spiacevoli quali gonfiore, pesantezza, difficoltà digestive. I fenomeni fermentativi inducono infatti l’aumento della temperatura intestinale, inducendo la proliferazione di quella flora batterica che causa i sintomi sopra descritti.

Pertanto è bene sfruttare al massimo le proprietà benefiche della frutta attraverso il suo consumo negli spuntini di metà mattina e metà pomeriggio. In questa maniera l’acqua e le fibre in essa contenute ci distoglieranno anche dal consumo di snack salati, ricchi di grassi idrogenati e quindi poco salutari.

Un saluto vitaminico

dott.ssa Sara Fiume- Nutrizionista

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  1. Monica Fera scrive:

    ma è vero che la vitamina C si assorbe solo a stomaco vuoto?

  2. apulianclub scrive:

    Cara Monica, nel rispondere a questo tuo dubbio ho subito pensato all'importanza della vitamina C per l'assorbimento e l'attivazione di altri elementi nutritivi. Per esempio la Vit C nell'intestino protegge il ferro contenuto negli alimenti dall'ossidazione (pensiamo alla consuetudine di spremere il limone sulla carne o sul pesce), ha un ruolo nel metabolismo del Ca, protegge dalla ossidazione altre vitamine. Del resto c'è da dire che essendo idrosolubile il suo assorbimento avviene già all'inizio del suo viaggio nell'apparato digerente, ovvero nella cavità orale dalla mucosa della bocca dove poco conta se si abbia mangiato o meno!!!Poi viene assorbita anche nello stomaco e nella parte superiore dell'intestino tenue.Piuttosto c'è da ricordare che il nostro organismo diminuisce la capacità di assorbire la Vitamina C se si è fumatori, in presenza di stress o a causa dell'inalazione di gas tossici come quelli derivanti dalla combustione del petrolio. Tra gli alimenti con il maggiore contributo di vitamina C segnalo peperoncini piccanti e peperoni verdi rossi e gialli, succo d'uva, kiwi, rucola e prezzemolo.Ovviamente ricordo che la cottura riduce l'attività della vitamina C contenuta negli alimenti cosi come il trasporto, la lavorazione, l’immagazzinamento, l’ammaccatura, il taglio, l’esposizione alla luce, all’aria e al calore. COCCOLIAMO PERCIO' LE NOSTRE VITAMINE!!!!

  3. Rita Vicini scrive:

    Grazie Sara per tutti i tuoi suggerimenti veramente preziosi! A presto.

  4. APULIANCLUB scrive:

    Grazie a Voi tutti che mi seguite e mi stimolate a continuare!!! Sara

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Riceviamo e pubblichiamo..

La mia ricetta è invernale; adatta alla stagione attuale e a questi giorni di freddo intenso!!!! Provare per credere piace anche ai bambini!

Pennette ai 4 formaggi

– 350 g di pennette

– 100 g di fontina

–  100 g di gorgonzola

– 120 ml di latte

– 40 ml di panna da cucina

– burro

– sale

– pecorino grattugiato

– parmiggiano grattugiato

In una pentola sciogliete il burro ed aggiungetevi il latte e la panna e mescolate sino a portare ad ebollizione; in un altra padella antiaderente mettete il gorgonzola e la fontina a pezzetti e sciogliete a fuoco moderato sempre mescolando.

A cottura della pasta ultimata trasferite i due composti in un’unica padella, aggiungetevi la pasta e amalgamate il tutto. Prima di servire in tavola cospargete di pecorino e parmigiano e mescolate il tutto. A questo punto buon appetito.

Per renderla personalizzata io ho utilizzato un gorgonzola al mascarpone!!!!

Un saluto al Club

Valentina

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    Divulghiamo la email che ci scrive Michela dalla provincia di Vicenza.

    Spett.le Associazione Buongustai,

    vorrei pubblicare la mia esperienza di gusto vissuta in Puglia la scorsa estate.

    Ospite di una mia amica nella provincia di Bari, ho trascorso sette giorni stupendi tra sole, mare e tanta buona cucina; l’unico problema è che di ritorno dalla Puglia sono ingrassata di oltre 2 kg!!!

    Teresa, la mia cara amica, prepara focacce, pizzelle e torte rustiche dal sapore speciale.. ma anche i primi piatti sono buonissimi, ingredienti poveri valorizzati al meglio!

    Vi scrivo qui sotto la ricetta della focaccia barese, tipica specie d’estate, ma gustosa e così facile da preparare che viene voglia di farla spesso anche d’inverno!

    Il consiglio che ho da darvi è quello di coprire la teglia con l’impasto con uno strofinaccio e riporla in un luogo asciutto, magari anche nel forno spento, questo favorisce una lievitazione ad hoc! Per quanto riguarda la cottura, dipende dal risultato che si vuole ottenere: non superiore ai 15 minuti per ottenere focacce soffici; fino a 20 minuti per renderle croccanti.

    Quando di ritorno a casa, l’ho preparata per la  mia famiglia, mia madre è rimasta davvero colpita. Come mi consigliava Teresa, la focaccia è ottima da gustare semplice prima di cominciare il pranzo, ma può esser considerata anche come piatto unico se farcita con formaggi e salumi.

    Vi consiglio di preparare l’impasto con il Bimby, è un metodo magari moderno, che richiede poco tempo e di estrema facilità.

    La Focaccia Barese

    Ingredienti

    – 300 gr Acqua
    – 500 gr Farina 00
    – 1 Cubetto Lievito di Birra (non surgelato)
    – 1 Pizzicone Zucchero (1/3 Cucchiaio)
    – 1 Cucchiaino Colmo Sale Fino
    – Olio Extravergine di Oliva
    – Pomodorini
    – Origano
    – Olive

    Preparazione per il Bimby

    Inserire nel boccale l’acqua. 30 Sec. 50° Vel. 1.
    Aggiungere il lievito. 10 Sec. Vel. 7.
    Aggiungere la farina, il sale e lo zucchero. 30 Sec. Vel. 7 e 1 Min. Vel. Spiga.
    Togliere l’impasto dal boccale e forma una palla.
    Prendere una teglia (meglio se antiaderente) di diametro 28-30 cm e versare abbondante olio extra vergine di oliva (l’olio deve ricoprire tutto il fondo della teglia).

    Mettere l’impasto al centro della teglia e fallo riposare in nel forno spento per 15-20 Min.

    Rigirare l’impasto nell’olio, da inumidirlo, e stenderlo con la punta delle dita partendo dal centro.

    Condire con pomodorini tagliati a metà e spinti bene all’interno dell’impasto, le olive e l’origano e irrora con l’olio.

    Fare riposare nuovamente l’impasto per circa 80 Min.

    Cuocere in forno per 15-20 Min. 200°.

    La cottura ottimale si ottiene quando la si vede bella dorata.

    Salutatemi la Puglia, buon appetito a tutti..

    Michela

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    È una miscela di spezie più o meno piccante di origine indiana, la cui formulazione classica comprende generalmente pepe nero, cumino, coriandolo, cannella, curcuma, chiodi di garofano, zenzero, noce moscata, peperoncino. La curcuma è uno dei principali ingredienti, il cui pigmento, la curcumina, fornisce al curry il caratteristico colore giallo oro. La curcuma (Curcuma Longa) è un membro della famiglia dello zenzero; la parte usata è il rizoma, che in genere viene lavorato, (bollito, pulito e seccato al sole), lucidato e poi macinato. La curcuma è ampiamente usata nella medicina cinese ed indiana per le note proprietà antiinfiammatorie, contro flatulenza, itterizia, problemi legati al ciclo mestruale, mal di denti, coliche. Studi clinici hanno provato l’effetto antiinfiammatorio della curcumina nel trattamento dell’artrite reumatoide.

    Di seguito, direttamente dal Corso di Cucina dei 5 Mari da noi organizzato lo scorso anno, una ricetta a base di curry realizzata dallo Chef Franco Laterza nell’ambito della lezione dedicata al Mar Arabico.

    IL POLLO AL CURRY CON RISO PILAF

    Ingredienti per 10 persone: 1,5 kg di pollo tagliato in 8 pezzi, 1 cipolla, 1 costa di sedano, 3 cucchiai di curry,  2 cucchiai di farina, 50 g di burro, 1 mela, 1 banana, 1 dl di vino bianco, 100 g di panna da cucina, olio di oliva, sale e pepe

    Procedimento: Tagliare a pezzetti il pollo, infarinare e rosolare in una padella antiaderente. Salare, pepare e bagnare con il vino. Sistemare il tutto in una placca imburrata.

    Per la salsa al curry: fare un fondo di olio, burro, cipolla e sedano tritato. Far imbiondire, quindi  aggiungere la mela e la banana a pezzetti. Far stufare, aggiungere il cucchiaio di farina e il curry. Allungare con brodo e lasciar cuocere. Quindi passare il tutto ed aggiungere la panna. Far ridurre e versare sul pollo. Cuocer in forno per 30 minuti circa coprendo con carta stagnola.

    A parte preparare il riso pilaf. Procedere come per un normale risotto facendo un fondo di burro, 1 cipolla infilzata con i chiodi di garofano,  un mazzetto aromatico formato da sedano carote e foglie di alloro. Quindi coprire di due dita sopra il riso di brodo e mettere in forno per 13 minuti a 190°C. Sfornare, far raffreddare e sgranare. Con l’aiuto di un coppapasta preparare uno zoccolo di riso pilaf e adagiare sopra il pollo al curry. Velare con la salsa e spolverare con curry in polvere.

    Un abbraccio orientale… By Sara

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    1. Fabrizio Minelli scrive:

      Cara Sara, complimenti per l’articolo pieno di informazioni ed arricchito da un’ottima ricetta! Vorrei solo aggiungere che secondo una ricerca pubblicata sul Jurnal of Nutrition, il curry riduce i grassi. La ricerca dimostra che dopo aver somministrato per dodici settimane il curry ad un gruppo di topi, questi avevano aumentato meno il loro peso rispetto ad altri alimentati allo stesso modo, ma senza l’aiuto della spezia “d’oro”. In sostanza, la curcumina aveva avuto il compito di bloccare l’angiogenesi, ovvero la formazione di nuovi vasi sanguigni, senza la quale non è possibile l’espansione del tessuto adiposo. Le doti curative del curry non si fermano all`inibizione dell`aumento del peso corporeo: dall’esperimento è infatti anche emerso che la curcumina è stata in grado di far abbassare i livelli del colesterolo nel sangue.

    2. apulianclub scrive:

      Ciao Fabrizio! Grazie per il tuo interessantissimo contributo!

    L’anno nuovo è cominciato già da un po’, ma ancora non avevamo avuto modo di abbracciare il nostro amico, lo Chef Angelo Sabatelli. Ogni volta che capitiamo nei pressi della Masseria Spina ci capita di fare “un’esperienza di gusto”: pane, stuzzichini e dolci non sono mai banali quando frutto della manualità e dell’estro di Angelo. E cosi, anche stasera non voleva che andassimo via senza prima degustare un altro dei suoi esperimenti che ha composto in pochi istanti come se stesse li ad attenderci per ricevere il nostro giudizio: LA PANNACOTTA AL CARAMELLO E FAVA DI TONCA CON CREMA DI MANDARINO ALL’OLIO DI OLIVA.

    Cremosa, dal colore che ricordava la terracotta, e al palato un gusto nuovo e squisitamente raffinato sprigionato da questa fava di origine africana. Geniale!!!

    by sara

    Sapere che molti di voi ritornano con grande entusiasmo a partecipare ai nostri corsi, notare l’incredibile numero di visite sul nostro sito e le tante telefonate relative alla partecipazione al Corso di Cucina Monopolitana ci riempie di soddisfazioni!!!

    Così, per dar modo a tutti coloro che non hanno potuto partecipare al Corso di cogliere gli aspetti storico-gastronomici relativi alla nostra iniziativa, realizzeremo il 7 marzo, in un’unica data, il Corso di Cucina Monopolitana per i fuori tempo.

    Si comincia alle ore 18,30 con la Bottega del Gusto dedicata alla lavorazione delle orecchiette, poi si passa ai fornelli: verranno riproposte le migliori ricette realizzate durante l’intero Corso.

    Il Corso di Cucina Monopolitana nasce da vecchi appunti recuperati fra “le cose della nonna”, dal passaparola di ricette tipiche e dal ricordo di antichi profumi che non si riescono a dimenticare.

    In questa sezione avrete modo di leggere e commentare, postare magari anche le vostre esperienze di gusto.

    Avete trascorso una serata in compagnia con persone care? Una cena particolare in un ristorantino sul mare? Siete stati ad una sagra e vi piacerebbe lasciare il vostro parere?

    Siete voi i protagonisti di questo spazio..

    I commenti poteti inserirli sempre dal sito..per i post invece, inviateli via email su: esperienzedigusto@libero.it

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    Se quando aprite la dispensa c’è ancora un soffice e profumato panettone che vi sorride e desidera saltarvi addosso, vi proponiamo dalla seconda lezione del Corso di Cucina natalizia “Ricercatezza e tradizione a lume di candela” da noi organizzato quest’anno, una ricetta straordinaria ideata dallo Chef Angelo Sabatelli…provare per credere!!!

    LA FOCACCIA DI MANDORLE CALDA FARCITA DI PERE SU SALSA DI PANETTONE


    per 8 porzioni

    Pasta di Mandorle:

    160 g             Burro (a temperatura ambiente)

    160 g             Zucchero

    120 g             Farina 00

    300 g             Farina di Mandorle

    2                     Tuorli d’Uovo

    1                     Limone (solo la buccia grattata)

    1                     Uovo (sbattuto per spennellare)

    2                     Pere (sode e grandi tipo Kaiser o Williams)

    In un robot da cucina mettere tutti gli ingredienti e impastare bene, prendere l’impasto avvolgere in pellicola da cucina e far riposare in frigorifero per 2 ore circa. Pelare le pere, togliere il torsolo e tagliarle in fette sottili. Imburrare una teglia 20x30cm con burro, passare la farina e mettere in frigo per alcuni minuti. Coprire il fondo della teglia con uno strato sottile di pasta di mandorle, coprire con uno strato di pere ben allineate e ricoprire con un’altro strato di pasta di mandorle. Spennellare con uovo sbattuto e infornare a 160°C per 25/30 minuti circa o fino a quando avrà assunto un bel colore dorato. Lasciare raffreddare per bene dopodiché tagliare a piacere.

    Salsa di Panettone:

    250 g             Latte Intero

    250 g             Panna

    110 g             Zucchero

    4                     Tuorli

    200 g             Panettone (senza crosta e tagliato a cubettoni)

    In una sfera mischiare per bene il latte, la panna, lo zucchero e I tuorli. Mettere la sfera su di un bagno-maria e portare a cottura (83/85°C) facendo attenzione di mescolare sempre. A cottura ultimata, rimuovere dal fuoco e aggiungere il panettone, far raffreddare e frullare.

    Finitura:

    Riscaldare i pezzi di focaccia a 180°C per 5 minuti. In quattro piatti versare 2-3 cucchiaiate di salsa e al centro porvi un pezzo di focaccia. Decorare a piacere e servire. Gustare lentamente….

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    1. Angelo scrive:

      Questa ricetta è un mix tra tradizione e innovazione, le mandorle sono l'ingrediente per eccellenza della ns pasticceria! La foto fa venire il desiderio..la farò preparare da mia moglie, poi vi dirò.. :)

    2. apulianclub scrive:

      Aspettiamo sue notizie...